Destini incrociati Vol 2
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Complete, First published Sep 26, 2020
Mature
continuazione  di  #unsognodaavverare  le storie di tre coppie che si sono conosciute per caso,e che faranno l'impossibile per sostenersi creando un legame unico d'amicizia e amore...
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Per il resto tutto bene by overgioyed
55 parts Complete
[...] Tornando alle 7,837 anime vaganti, ce n'è una in particolare che proprio non sopporto. Ma, mio malgrado, è anche l'unica di cui m'interessa. Per il resto, però, tutto bene! [...] Ha spalancato la portiera e avrei voluto essere quella portiera; poi, però, quando ha strizzato la pezza avrei tanto voluto essere quella pezza. Ora sono confusa, non so in cosa vorrei reincarnarmi. Le sue mani, poi: potrebbero esser considerate l'ottava meraviglia del mondo. Le venature che si mostrano senza la benché minima vergogna. Questi pensieri stanno prendendo padronanza del mio cervello e non solo. «M'inginocchio o mi metto dietro?» [...] «E tu, invece di dire sciocchezze, perché non abbracci Polen?» Gliela indico. Can si guarda attorno. Nota Deniz accovacciato, pronto a scattare; subito dopo guarda me, alza le spalle. «Va bene,» annuisce, indicandomi di avvicinarmi con la mano. «Vieni qui e ti abbraccio.» «Ma che cosa stai dicendo Can, ti prego...» «Mi hai sentito o devo ripeterlo? Riesci a sentirmi bene?» «Ti ho sentito bene e no, Can, non puoi abbracciare me. Devi abbracciare Polen.» «Dai, vieni!» Mette il broncio come farebbe un bambino di cinque anni. «Mi dai un bacio e ce ne andiamo, è semplice! Devo venire a prenderti io? Guarda che lo faccio, Elin.» «Smettila di scherzare, Can.» «Non sto scherzando. Aspetta, vengo a prenderti.» Punto di vista di Can: [...] «Ma la palla è entrata in porta?» Emre usa una metafora affinché nessuno attorno a noi capisca di cosa stiamo parlando. È già imbarazzante che il problema sia il mio, ci manca solo che perda la dignità davanti a tutta "La Gabbia". «La palla è entrata eccome!» Annuisco. «Ma non ho provato niente.» «Che palla strana, la tua: fa goal soltanto se a tirarla ci pensa Elin.» Commenta Ozan, ridacchiando.
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"Le persone come noi avevano tutte la stessa espressione. Era facile riconoscersi, era facile riconoscere l'angoscia nascosta dietro i nostri occhi. Quelli come noi avevano poche speranze, oppure iniziavamo a perderle quando smettevamo di far caso a quante persone dovessero aspettare il proprio turno, prima di noi. Ed io ero una di loro. La pazienza non era il mio forte, eppure con il tempo iniziai ad accettare che per alcune cose avrei dovuto averne molta. Non avevamo scelto noi quella vita, ma ormai c'eravamo dentro, forse molto più delle persone che aspettavano una nostra visita". Rose e Kilian hanno in comune molte più cose di quanto si possa immaginare. La delusione per un destino simile è una di quelle. Un destino che non hanno scelto, né meritato. Un destino creato dalle persone che amano di più al mondo: le loro madri. Le vite di questi due ragazzi si incroceranno in una fredda mattina di novembre, fuori le mura di un posto che nessuno dei due avrebbe mai voluto frequentare così spesso. Incontri, scontri, malintesi ed arroganza. Saranno queste le parole chiave dello strano, improvviso, forte e passionale rapporto fra Rose e Kilian. Due giovani ragazzi legati ai peccati degli altri. "Avevo già conosciuto l'inferno, avevo già oltrepassato le sue porte, ma continuavo ad affacciarmi dalle sue finestre per non bruciare del tutto". *** In questa storia verranno affrontate tematiche molto sensibili, linguaggio forte e scene esplicite. Il tutto è coperto da Copyright, per cui è vietata la copia parziale o totale dell'opera. Buona lettura e grazie per essere qui.
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[...] Tornando alle 7,837 anime vaganti, ce n'è una in particolare che proprio non sopporto. Ma, mio malgrado, è anche l'unica di cui m'interessa. Per il resto, però, tutto bene! [...] Ha spalancato la portiera e avrei voluto essere quella portiera; poi, però, quando ha strizzato la pezza avrei tanto voluto essere quella pezza. Ora sono confusa, non so in cosa vorrei reincarnarmi. Le sue mani, poi: potrebbero esser considerate l'ottava meraviglia del mondo. Le venature che si mostrano senza la benché minima vergogna. Questi pensieri stanno prendendo padronanza del mio cervello e non solo. «M'inginocchio o mi metto dietro?» [...] «E tu, invece di dire sciocchezze, perché non abbracci Polen?» Gliela indico. Can si guarda attorno. Nota Deniz accovacciato, pronto a scattare; subito dopo guarda me, alza le spalle. «Va bene,» annuisce, indicandomi di avvicinarmi con la mano. «Vieni qui e ti abbraccio.» «Ma che cosa stai dicendo Can, ti prego...» «Mi hai sentito o devo ripeterlo? Riesci a sentirmi bene?» «Ti ho sentito bene e no, Can, non puoi abbracciare me. Devi abbracciare Polen.» «Dai, vieni!» Mette il broncio come farebbe un bambino di cinque anni. «Mi dai un bacio e ce ne andiamo, è semplice! Devo venire a prenderti io? Guarda che lo faccio, Elin.» «Smettila di scherzare, Can.» «Non sto scherzando. Aspetta, vengo a prenderti.» Punto di vista di Can: [...] «Ma la palla è entrata in porta?» Emre usa una metafora affinché nessuno attorno a noi capisca di cosa stiamo parlando. È già imbarazzante che il problema sia il mio, ci manca solo che perda la dignità davanti a tutta "La Gabbia". «La palla è entrata eccome!» Annuisco. «Ma non ho provato niente.» «Che palla strana, la tua: fa goal soltanto se a tirarla ci pensa Elin.» Commenta Ozan, ridacchiando.