la città degli angeli

Ero nella biblioteca della scuola, ascoltando i pensieri di tutti quei giovani con una intera vita davanti.
notai con piacere che molti dei miei colleghi stavano affiancando un umano a caso; io non ero come loro, io volevo affiancarne uno soltanto.
quel ragazzo eccentrico e solare che sotto i suoi sorrisi celava una sorta di malinconia incompresa che, ovviamente, non era passata inosservata ai miei occhi furtivi e indagatori.
quella pelle chiara e attrattiva come una calamita che tanto avrei voluto sfiorare, anche solo per un secondo, altro non era che uno strato superfluo col solo compito di nascondere quella corazza forgiata col tempo, ferita dopo ferita, in grado di proteggere il suo proprietario assumendo le sembianze di un guscio anti-mondo.
allo scattare della mezzanotte avrò compiuto il mio centesimo anno di vita. dovrò fare una scelta, ma in cuor mio so di averla già fatta da tempo.
io non ero come loro, io volevo affiancarne uno soltanto.
sarebbe stato lui il mio protetto.