Serrise era il luogo in cui ero nata e cresciuta, o almeno così avevo creduto per i primi cento anni della mia esistenza; la Città Celeste era una delle poche e caratteristiche costruzioni che conoscevo di Shattevel, il nostro mondo, e questo perchè gli Arcangeli erano delle creature estremamente territoriali e protettive, ma a mia discolpa potevo affermare di aver letto moltissime storie nella biblioteca dell'Accademia, così tante, che più e più volte mi ero ritrovata a sognare angeli in armatura scintillante e spade sguainate. E pertanto, così impegnata nella ricerca dell'eroe perfetto tra la mia gente, non mi accorsi che l'eroe della mia storia potessi essere io e il mio complice un vampiro dai canini affilati, lo sguardo vermiglio screziato di grigio, uno spiccato senso dell'umorismo ed una super tendenza al narcisismo. Un uomo appartenente al popolo che mi avevano insegnato a disprezzare. Un uomo, che aveva permesso la mia autonoma rinascita.