IL MASCHIO BETA

Come ormai ben saprete i miei schiavi sono tutti alto locati. Degli uomini che nella vita sono dei predatori, dei vincitori, ma che nelle segrete stanze, invece, si inginocchio davanti a Me, loro Regina.
Qualche volta mi è capitato di incontrare quelli che vengono notoriamente definiti i maschi beta: i perdenti.
Sono quei maschi che stanno alla base della piramide sociale e vivono di resti. Sono abituati ad obbedire in ogni ambito e impotenti di fronte all'esistenza.
G. lo era sessualmente e socialmente. Era un perdente, uno degli sconfitti dell'umanità. Viveva rasentando i muri e strisciando ai piedi di chi lo comandava.
Si sottomise alla mia volontà senza neanche sforzarmi. Lo conobbi per caso in un bar una sera d'agosto. Notavo come mi fissava mentre io ero vestita in maniera estremamente succinta e gli sorrisi maliziosa. Lo avvicinai e nel giro di pochissimi giorni decisi che lui sarebbe stato il mio segretario personale e factotum.
Divenne in breve tempo una specie di sguattero senza volontà a cui avevo dato due nomi: idiota e impotente. Il primo lo usavo quando mi fece arrabbiare, il secondo quando ero di buon umore.
"Tu sei un impotente a letto e anche nella vita!", gli ricordavo spesso.
E lui abbassava gli occhi e le spalle e sognava di poter avere quello che non avrebbe mai potuto avere: una sessione con me dove poter leccare i miei piedi.
"Eh no caro idiota, quello è un privilegio per dei maschi alpha!", gli ricordavo felice di umiliarlo come pochi.
"Lo so Padrona... mi scusi", rispondeva balbettando.
Lo sapeva di essere una nullità e come un cane randagio si allietava dei resti che gli lasciavano gli altri cani che avevano un pedigree di razza. In fondo ci sono cani e cani: quelli che vanno alle mostre