Krenf è morto.Un libro dedicato alla sua vita nel quartiere latino a Roma dove per tanti anni ha vissuto. Krenf racconta, parla di se, dei suoi amici, dei suoi nemici, dei suoi pregiudizi razziali, delle sue idiosincrasie, dei suoi deliri religiosi, della rabbia che lo ha sempre animato rendendolo violento, arrogante, superbo. Un Krenf reale, diverso dalle sue eleganti apparenze, dalle sue garbate movenze, da quell'immagine stereotipata che hanno tutti coloro che non l'hanno conosciuto personalmente.Lo raccontano i dialoghi con il figlio, trascritti dal fotografo che lo ha seguito per anni nel quartiere o nelle sue peregrinazioni in ogni luogo di questa antica città.Centinaia di fotografie accompagnano il testo e palesano, non solo, le vere attività di Krenf all'interno del quartiere, ma anche quelle dei suoi amici e dei suoi nemici.Molte persone lo hanno sinceramente odiato arrivando addirittura a cacciarlo, a insultarlo, a perseguirlo. Sì, in effetti, la sua strafottenza, il suo cinismo e i molteplici fatti efferati legati al suo nome hanno urtato la coscienza di molti, ma noi c'eravamo abituati ormai a incontrarlo davanti al bar, al mercato o in piazza e la sua scomparsa, lascia uno strano vuoto perché Krenf era la pietra di paragone per cui tutti ci sentiamo più buoni se confrontati con lui. Oggi a distanza di mesi dalla sua morte, tra un caffè e un cappuccino, ancora si parla di lui, si citano le sue gesta e tra un riso e una battuta, perfino il pescivendolo che era costretto a regalare a Krenf un paio di pesci ogni mattina, lo rimpiange. Voi direte che Krenf non meritava che gli si dedicasse un libro, che era meglio .... (segue nel libro)
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