Due normali ragazzi, ma entrambi con un triste passato che ancora non riescono a lasciarsi alle spalle e la speranza in un futuro diverso. Da soli non potevano farcela. Forse, insieme, saranno in grado di dare una svolta alle proprie vite. Probabilmente non se lo sarebbero mai immaginato ma...tutto ebbe inizio nel preciso istante in cui i loro occhi si incontrarono.
~ESTRATTO DALLA STORIA~
-- Eem comunque c'è una cosa che volevo dirti...sì, insomma...-- lei si bloccò, sentendo che il tono della sua voce era cambiato. Era diventato serio, esattamente lo stesso tono dell'ultima volta. Sentì il proprio battito accelerare.
[...]
--...penso che la nostra amicizia sia iniziata in maniera un po' insolita... quindi, ecco, ti sembrerà stupido o infantile ma che ne dici se ricominciassimo da capo? Qui, ora...-- Lucy lo guardò interrogativa. Il ragazzo allora, per farle capire meglio cosa intendesse, le porse la mano.
-- Ciao, io sono Natsu!-- esclamò alla fine. A quel punto Lucy lentamente sorrise, segno che aveva finalmente capito l'intenzione dell'amico, decise di stare al gioco e afferrò decisa, quasi in modo teatrale, la mano di lui.
-- Piacere, io sono Lucy!-- a sorridere ora fu il ragazzo, uno di quei sorrisi sinceri che ti lasciano senza fiato e ti scaldano il cuore.
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Fanfiction AU, OOC liberamente ispirata ai protagonisti del manga Fairy Tail di Hiro Mashima.
Spero vi piaccia! ^_^
Eterocromia. Ecco la cosa che mi ha distinta da sempre.
Quei bisbigli dei bambini appena passi che ti definiscono una "strega" o una "fata" oppure i rifiuti dei ragazzi perchè "i tuoi occhi mi fanno paura".
Si passa la vita a cercare un'equilibrio ed io perdo già in partenza: un occhio verde e un occhio azzurro.
Nonna ha sempre detto che è stato un segno del destino, un segno che io alle regole non ci sarei mai stata. Mi fanno sentire in trappola, bloccata e imprigionata. Ho bisogno di fare tutto a modo mio e di ascoltare solo me stessa. Io mi do le regole. Io decido.
Questa è stata la mia filosofia di vita per tanto tempo, prima che la gente cominciasse a sbattermi porte in faccia dandomi della viziata.
Quando la scuola ha cominciato a chiamare nonna per il comportamento ho capito che era il momento di mettermi dei paletti e di trovare un equilibrio tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato.
Gli occhi però sono l'unica cosa che resta ancora come prima. L'unica cosa che un equilibrio non lo troverà mai. Ed è bello così.