Life Goes On •JiKook•
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Ongoing, First published Dec 17, 2020
Jimin, venticinque anni, vive con la sua famiglia; madre omofoba, padre che lo sostiene in ogni cosa, e suo fratello gemello, Jihyun. Ha concluso gli studi, laureato in chirurgia generale, assieme a suo fratello. Non perché gli piacesse, ma perché suo fratello ambiva a lavorare come tale e lui lo aveva semplicemente seguito perché non voleva lasciarlo da solo, e anche perché i suoi genitori volevano che anche lui avesse un futuro come Jihyun. Che non avrebbe fatto strada con i suoi disegni, a parere della madre inutili per il suo futuro. Jimin ama disegnare, infatti carica spesso online i suoi manhwa, poco seguiti. Dopo l'ennesima delusione avuta dal suo, ormai ex, Jimin si chiude ancora in sé stesso, riuscendo a confidarsi solamente con Taehyung, suo amico a distanza che vive a Daegu. Si era poi gettato a capofitto nel disegno, ma non ebbe alcuna ispirazione, troppo triste per continuare il suo manhwa. Fu il messaggio di un suo fan, anzi, il suo unico fan, a catturare la curiosità di Jimin.

•Jikook•
~Accenni:
-NamKook

Se la storia non ti piace, non leggere e non scassare il cazzo, grazie mille. Baci baci.
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37 parts Ongoing

Eterocromia. Ecco la cosa che mi ha distinta da sempre. Quei bisbigli dei bambini appena passi che ti definiscono una "strega" o una "fata" oppure i rifiuti dei ragazzi perchè "i tuoi occhi mi fanno paura". Si passa la vita a cercare un'equilibrio ed io perdo già in partenza: un occhio verde e un occhio azzurro. Nonna ha sempre detto che è stato un segno del destino, un segno che io alle regole non ci sarei mai stata. Mi fanno sentire in trappola, bloccata e imprigionata. Ho bisogno di fare tutto a modo mio e di ascoltare solo me stessa. Io mi do le regole. Io decido. Questa è stata la mia filosofia di vita per tanto tempo, prima che la gente cominciasse a sbattermi porte in faccia dandomi della viziata. Quando la scuola ha cominciato a chiamare nonna per il comportamento ho capito che era il momento di mettermi dei paletti e di trovare un equilibrio tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato. Gli occhi però sono l'unica cosa che resta ancora come prima. L'unica cosa che un equilibrio non lo troverà mai. Ed è bello così.