Parole, poesie, significati.
Senza uno specifico ordine logico. L'ordine non c'è nella mia tortuosa, ingarbugliata ed enigmatica mente, figuriamoci se lo si trova in una intera composizione letteraria che diviene man mano più copiosa e nutrita delle mie esplicazioni, sfoghi, dediche e termini aventi un'elevata probabilità di non essere in grado di giungere in superficie dal profondo del mio vero 'Io'. In soldoni, frasi che che le mie corde vocali, forse, non sempre son capaci o abili di pronunciare. Sarà per paura, introversione, confusione che io medesima creo e che continuo a lambiccarmi il cervello. Ma, soprattutto, timore di incomprensione, dal momento che spesso sono io a fraintendermi e lottare, dunque tentare di rendere gli altri protagonisti, mi porta a pensare di non concludere nulla di concreto ai miei occhi.
Allora, il perché di questi versi?
Partiamo con il termine 'soggettività': non ho voglia di definire nulla, la nitidezza del pensiero formato dipende da individuo a individuo.
Allora invito i lettori a comprendere ciò che singolarmente percepiscono, fiutano e captano dalle pagine a seguire. Il concetto del significante lo carpiranno secondo ciò che reputano corretto interpretare.
Invito a dipingere la personale immagine che ritrae questa collana di parole.