Quando Shawn Mendes, promessa mantenuta dell'hockey su ghiaccio, finalizza insieme a Camila Cabello, sua agente, il passaggio dai campionissimi del Toronto Maple Leafs ai Florida Panthers di Sunrise, la sua vita privata e professionale comincia a subire piccoli stravolgimenti quotidiani, fino a che non viene svelato il misfatto su cui si basa il suo intero successo sportivo. Egli infatti, è uno dei volti ignoti cui il commissario Hernandez sta cercando di dare un nome. Ancora un po' ingenuo per i suoi ventisette anni, seppur dal talento indiscutibile, reputa che millecinquecento miglia dal ghiaccio canadese siano sufficienti per affrancarsi dalle vecchie abitudini; vecchie abitudini che invece troveranno nuova linfa con la conoscenza di Christopher Jauregui. La vicenda ha inizio in un pacifico giorno di maggio, quando l'amata Corvette del defunto signor Cabello necessita urgentemente di un meccanico. Dal capitolo sedici: «Aveva detto di sì. Aveva mentito. La sua vita era diventata ufficialmente un'intera farsa, una decisione non presa e affidata alla volontà altrui, una ricusazione dell'essenza in luogo di un rigido involucro di plastica. Odiava aver permesso che quella conferma lasciasse la sua bocca. Odiava essersi condannata così. Solo Dio sapeva per certo quanto sporca e dannata si sentisse mentre, nuda, abbandonava il talamo e si chiudeva in bagno, ormai a notte fonda. La separazione le aveva giovato come mai. La riconciliazione l'aveva di nuovo incatenata a una forma pirandelliana che voleva a tutti i costi strapparsi di dosso. "Tornare la Camila di Maréva e Alejandro. Essere la Camila di Lauren." Ma ella si trovava solo al principio dei guai e delle oscillazioni tra la via comoda e quella tortuosa»
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