La poesia è paladina testimonianza dell'inspiegabile. Non dobbiamo ricercare una definizione in essa e nemmeno provare a giustificarla, ma ad ogni grammo della sua eccessiva risoluzione non è ancora possibile prevederne un tempo o un limite. Al di qua dei nostri intenti continuerà ad essere stimolo per scavare sempre più a fondo la sua avida essenza. Non vi è alcuna via d'uscita in tal senso, non lascia speranze. Camminiamo provati su un filo di contemplazione ed esigenze di natura prettamente irrazionali, riportandoli al nostro mondo, quasi a metterli sullo stesso piano, quasi a fare compagnia. "I giorni di noi stessi" costituisce, a parer mio, il binomio tipo della moderna poesia: la dimensione quotidiana e l'io poetico. Entrambi questi aspetti vengono raccordati in un'unica trama, che vuole andare ben oltre il carattere biografico.