Ophelia sta cercando di sopravvivere al dolore più forte di tutti, la perdita di un figlio. La sua Vivian, dieci anni, si è ammalata ed è morta nel giro di pochissimi mesi lasciando dietro a sé la disperazione di due genitori e di Kelly, la sua sorellina. Peggio del dolore per sua madre c'è solo l'ipocrisia degli altri, le colleghe che davanti a lei non parlano dei figli, i genitori di altri bambini che improvvisano un tatto che non hanno, tutto quel mondo patetico e incapace di comprendere di cosa davvero avrebbe bisogno. Si salva il gruppo di supporto guidato da Thomas, che riunisce altri genitori soli, ma non è sufficiente. Per questo Ophelia inizia, senza neanche accorgersene, a elaborare il lutto con le creature che meno lo conoscono, i bambini. Alle feste, al parco giochi dove porta Kelly, ovunque un bambino le si avvicini. Le parole di quelli solitamente definiti "troppo piccoli per capire" sono la strada per non gettare tutto all'aria.