[Rivetra] I. Levi teneva stretta tra le dita una tazza di coccio e, di tanto in tanto, la portava svogliatamente alla bocca - una bocca fresca e umida che voleva toccare e baciare e mordere - e Dio, quanto avrebbe voluto essere quella dannatissima tazza. II. Le piaceva il modo con cui le toccava i fianchi quando facevano l'amore, quello in cui le mordeva il collo e le torturava i seni, il lobo delle orecchie. La faceva impazzire l'imbarazzo con cui le chiedeva silenziosamente di sfiorarla, come tremava quando lei gli passava le mani sulla schiena, l'impertinenza compiaciuta di quando la sentiva gemere. III. Ed è bottoni saltati e cosce che si stringono. Sono polsi inchiodati al materasso, bacini che si incontrano. È calore e Petra ovunque, vicino a lui, sotto di lui, attorno a lui, che lo stringe e lo accoglie e lo bacia e lo ama. È così bello che non sembra vero.