Clary non sapeva cosa fare. Era il ragazzo che disegnava da giorni, certo, ma non poteva dire di conoscerlo di persona. Non lo conosceva, e Jonathan le aveva insegnato a non fidarsi di nessuno. «Mi spiace, ma io non ti conosco» «Che cosa? No, Clary, ti prego, sono io! Sono Jace! Non ti ricordi? Io ti a-» Jonathan gli sbattè la porta in faccia prima che potesse finire la frase. Ma il ragazzo non sembrò darsi per vinto: continuò a tempestare la porta di calci e pugni, a chiamare Clary, a pregarla di aprigli e di ricordare. "Ma ricordare cosa?" Continuava a chiedersi Clarissa. «Lo sai che ti voglio bene, vero?» Le chiese Jonathan riscuotendola dai suoi pensieri. Le si avvicinò e la guardò profondamente negli occhi, accarezzandole una guancia. «Ma certo, sei mio fratello. Anch'io ti voglio bene»