29 ottobre 2018.
Vi ricordate quel giorno? No? Io invece sì, me lo ricordo molto bene. Due parole, undici lettere: Tempesta Vaia. Perturbazioni, vento, alberi caduti, paesaggi e villaggi distrutti in tutto il triveneto.
Dicono che in Trentino fortunatamente non ci sono stati morti a causa del fenomeno. Morti forse no, ma dispersi sì.
In questo racconto non vi spiegherò i dettagli dell'alluvione, vi parlerò degli effetti che ha avuto sui civili, su di me.
Io sono Lia Spencer e quando accadde questo evento avevo 14 anni. Abitavo in Trentino, precisamente in Selva nel comune di Grigno.
Il giorno in cui arrivò l'alluvione, i mesi e gli anni a venire, maturai l'idea che in questo mondo c'era e c'è tutt'ora qualcosa che non va, qualcosa di malvagio. L'alluvione mi ha dato la conferma che non esiste né 'Satana' né 'Dio'. Esiste il bene e il male. Il male è negli eventi catastrofici che distruggono le nostre abitazioni, è negli uomini potenti che distruggono il nostro pianeta, è nella nostra famiglia, nei nostri amici, è nella persona che amiamo. È dentro di noi.
Quindi guardatevi attorno, guardatevi dentro perché il male non viene a bussarvi alla porta con le corna e gli occhi rossi. Il male viene da voi travestito dalla vostra parte migliore.
Real Madrid. La mia squadra del cuore.
Ricordo ancora quando mio padre mi portava alle partite del Real, ero solo una bambina. Quando un piccolo passaggio gli faceva spuntare un piccolo sorriso sulle labbra.
Quel sorriso che si é spento troppo in fretta, come un soffio su una candela.
Il tempo passò é la passione per il calcio non smise mai, ogni partita del Real era come vita per me.
Mia madre si riprese subito dalla perdita di papà, trovandosi un compagno qualche mese dopo. Si chiamava Julien e aveva un figlio. Hector Fort. Giocatore del Barca, numero 32.