Raccolta di Istants o svarioni, come li chiamo io.
La condizione che offro in questo scritto, se mai lo terminerò, è che non offrirò mai delle risposte semplici e schiette, la pappa già masticata, pronta ad essere ingurgitata.
Offrirò, forse, tanti quesiti, se non su tematiche serie, almeno sulla mia sanità mentale e sul mio eventuale bipolarismo accentuato, sulla mia ansia generalizzata o sulla gastrite da stress che ogni tanto decide, amabilmente, di trascorrere del tempo con me.
Se non dovesse ispirare una qualche generazione futura, che possa almeno aiutare il mio psicoterapeuta del futuro, visto che sino ad ora sono stata lo psicoterapeuta di me stessa, senza alcun risultato degno di nota.
Soggetti principali sono una ragazza ed una presenza, principalmente identificata come una donna, ma che in realtà è la somma si un insieme crescente di personaggi diversi che sono entrati, in un modo o nell'altro, in collisione con la mia vita, lasciandone un'impronta più o meno profonda, come le zampe di un cane sul cemento fresco. Gli individui che sono entrati nella mia quotidianità sono gli stessi che ne sono usciti, tutti con un'unica motivazione: la partenza per l'estero. In un'Italia che ti cresce da madre opprimente, e da cui ti vuoi allontanare al più presto, la partenza è da mettere in conto, soprattutto per chi ha un occhio più aperto, lo sguardo vispo, le orecchie ben tese ed il passaporto sempre in tasca.
Storie di arrivederci che si tramutano in addii, di addii che restano tali, di addi che tornano ad essere arrivederci. I racconti, le riflessioni, sono un melting pot di questi miei, relativamente, pochi anni, accumunabili a quelli di molti coetanei, che dopotutto ci viviamo tutti nel XXI secolo. Se vi doveste perdere nella narrazione non abbiate paura, mi sono persa anch'io una decina di volte, se pensavate io fossi per voi Virgilio la risposta è no, non lo sono.