Lo chiamavano Chat Noir
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Ongoing, First published Jul 26, 2021
Mature
(Alternative Universe)
Parigi 2019
Marinette Dupain-Cheng ha 18 anni. Va all'università, ma controvoglia: il suo sogno è diventare una stilista.
Anche per questo cerca di farsi coinvolgere il meno possibile dalla vita universitaria, provando invece a partecipare a concorsi per seguire il suo sogno. Sarà proprio così che farà due incontri importanti: il primo è con un ragazzo di nome Adrien, che scoprirà essere anche suo compagno di università. Il secondo è con un giustiziere della notte che è diventato una specie di leggenda in città: lo chiamano tutti Chat Noir.
Ma qual'è il vero scopo di questo personaggio? E' davvero la giustizia che insegue? E perchè somiglia così tanto ad Adrien? E chi è l'uomo di nome Papilon a cui fa sempre riferimento?
Presto Marinette si troverà coinvolta in una storia più grande di lei, nata da una sofferenza talmente profonda che nemmeno l'amore, per quanto sincero, può curare...

STORIA PUBBLICATA ANCHE SU EFP E ANCORA IN CORSO, PER FAVORE LEGGERE L'INTRODUZIONE PER ULTERIORI DETTAGLI!
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37 parts Ongoing

Eterocromia. Ecco la cosa che mi ha distinta da sempre. Quei bisbigli dei bambini appena passi che ti definiscono una "strega" o una "fata" oppure i rifiuti dei ragazzi perchè "i tuoi occhi mi fanno paura". Si passa la vita a cercare un'equilibrio ed io perdo già in partenza: un occhio verde e un occhio azzurro. Nonna ha sempre detto che è stato un segno del destino, un segno che io alle regole non ci sarei mai stata. Mi fanno sentire in trappola, bloccata e imprigionata. Ho bisogno di fare tutto a modo mio e di ascoltare solo me stessa. Io mi do le regole. Io decido. Questa è stata la mia filosofia di vita per tanto tempo, prima che la gente cominciasse a sbattermi porte in faccia dandomi della viziata. Quando la scuola ha cominciato a chiamare nonna per il comportamento ho capito che era il momento di mettermi dei paletti e di trovare un equilibrio tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato. Gli occhi però sono l'unica cosa che resta ancora come prima. L'unica cosa che un equilibrio non lo troverà mai. Ed è bello così.