Qual è il problema di essere Camilla Mancini? Apparentemente nessuno, è una semplicissima ragazza di ventun anni. Si considera una persona molto semplice, che si gode ogni cosa che la vita le propone. Non si ritiene speciale, solo fortunata: non tutti riescono ad entrare alla VR46 Academy e non tutti corrono con il Ducati Lenovo Team. Era il suo sogno più grande quello di diventare una grande pilota del moto mondiale, quando era più piccolina. Non diventare una calciatrice o entrare nel mondo del calcio come suo padre, Roberto Mancini, ed i suoi due fratelli maggiori. Lei voleva distinguersi e ce l'ha fatta, ci è riuscita facendo stare tutta la sua famiglia ed un bel po' di tifosi sul filo del rasoio appena saliva sulla sua moto. Qualcosa di più complesso si nasconde in lei però, dentro alla nostra giovane ragazza, che ha sofferto per quello che è la routine per coloro che dedicano la vita a questo sport. La MotoGP non perdona quei maledetti piccoli errori, che sembrano insignificanti visti in slow motion alla televisione, ma che si trasformano in terribili disastri a quelle velocità mostruose che riescono a raggiungere. 350 km/h? Sembrano niente detti a voce, ma viverli? È quasi passato un anno da quel giorno che ha cambiato la vita di Camilla e manca davvero poco al momento del verdetto finale: cosa succederà quando si rimetterà in sella al Misano World Circuit?
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