Story cover for Il Sangue dei Grady by LionSun3
Il Sangue dei Grady
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In corso, pubblicata il ago 30, 2021
"Tieni questo" le disse, sfilandosi il gilet per metterlo sulle sue spalle piccole e ossute. Addosso a Lyz sembrava più un giaccone senza maniche che le arrivava al ginocchio, ma andava benissimo così. Si sarebbe sentita più al sicuro in quel modo.
"Il gilet fortunato, ricordi? - le asciugò una lacrima col pollice - Tienilo sempre addosso e andrà tutto bene".
"E tu?" piagnucolò, stringendogli la mano. Owen sentì di nuovo il sangue ribollire alla vista della macchia violacea che avvolgeva il suo braccio sottile a partire dal polso. Dopo, si disse, dopo...
Sfoderò il sorriso più tracotante che aveva e rassicurò di nuovo Lyz: "Non mi serve la fortuna. Me la so cavare. Tornerò prima di quanto pensi".
"Promesso?"
Prima ancora che potesse rispondere, una grossa mano callosa si serrò attorno alla spalla della bambina. "Owen, il tempo stringe" gli ricordò l'uomo dietro di lei.
Si alzò docilmente in piedi.
Dopo, si rammentò ancora, per poi girarsi verso i box dei raptor.
"Promesso" disse guardando un'ultima volta sua nipote.
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****Eccoci di nuovo qui!!! AVVERTIMENTO: Questa storia è il seguito di VIVI SENZA TEMPO, quindi ovviamente tutte le situazioni, i personaggi e i rapporti si ricollegano ad essa, pertanto se ci volete capire qualcosa temo, se non lo avete già fatto, dobbiate prima leggere quella! ^^ Come vedrete la scrittura è diversa, mentre la precedente veniva narrata presente in prima persona, quindi come se ci fosse un narratore, per ovvi motivi ( i quali scoprirete poi) questa viene narrata dalla protagonista stessa perchè, come già detto nell'ultimo capitolo di "vivi senza tempo" ne avevo necessità in quanto vorrei lei come unico personaggio principale che parla delle sue emozioni e di come la sua vita sia cambiata. Spero vi appassioni come la precedente, io posso assicuravi di averci messo tanta passione e dedizione in quanto adoro scrivere e adoro tutti voi che leggete! Quanto segue è un piccolo prologo breve, che introduce a grandi linee l'avvenimento fondamentale nella vita di Allyson! Buona lettura :* ***** "Mentre rincasavamo sentii Daryl raccontare a Rick l'accaduto, di come si era liberato e di quella scena orribile, mentre trascinavano il corpo senza sensi di quel mostro. Non sopportavo dover ascoltare, così mi misi le mani sulle orecchie per non sentire e scoppiai in un pianto profondo e liberatorio, affiancata da Michonne e Beth che cercavano di consolarmi. Gli altri se ne accorsero e si fermarono subito, Daryl lasciò cadere quel mezzo cadavere che ci stavamo portando dietro e si avvicinò a me seguito da Ralph. Provarono entrambi ad interagire con me, ma non volevo ne ascoltarli ne vederli. Ad un tratto mi sentii afferrare per un braccio, e mi si gelò il sangue. Fu una frazione di secondo, e in quel tempo rividi tutta la scena come se fossi un telespettatore che guarda la sua vita ripresa da una telecamera, aprii gli occhi e vidi Daryl col la mano insanguinata sul mio braccio, lo guardai furiosa e mi scostai all'istante."
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Dalla storia: Clara si lasciò cadere, sfinita, sulle sedie reclinabili in legno del terrazzo, sospirando. Sentiva gli occhi di Nelson addosso, ma non era più il momento di essere forte. Calde lacrime iniziarono a scendere sul suo volto mentre formulava quella semplice domanda: possibile che dopo tutti quegli anni fosse ancora innamorata di lui? Come se la sua mente volesse farsi beffe di lei, eccola che le ripoponeva il ricordo più bello e allo stesso tempo più difficile da affrontare di tutti; il loro primo incontro. Erano passati più di vent'anni ma lo ricordava come se fosse ieri. Era il primo giorno di asilo quando inciampò durante acchiapparella, sbucciandosi il ginocchio. Le veniva da piangere ed inoltre aveva rovinato i suoi pantaloni preferiti. Era ancora intenta ad osservare la ferita con le lacrime agli occhi quando una vocina disse: "sei caduta?" Era un bambino, con i capelli lisci, corti e castano chiaro, tendenti al biondo. Le sorrise sincero, porgendole una mano per alzarsi. "Si" rispose Clara afferando la sua mano. "Ora però non voglio più giocare" "Come mai?" Continuò il bambino, asciugandole una lacrima. "Ho paura" rispose lei a bassa voce, quasi timorosa. Il bambino sorrise. "Ti terrò la mano allora" Clara sorrise prendendogli la mano contenta, cacciando indietro le ultime lacrime. "Comunque io mi chiamo Cesare e da adesso saremo amici per sempre" (Completata)