La giovane venne trascinata violentemente dai due uomini deformi all'interno della stanza illuminata da un braciere che irradiava di luce scarlatta i cavalletti, i ganci e i numerosi strumenti di tortura che conteneva. Nel vederli, la donna iniziò a contorcersi ancora più forte di prima, e i due carcerieri dovettero aumentare la forza della loro presa. Quello più alto dei due, lo sfregiato, la afferrò per i capelli, e finalmente poterono trascinarla di fronte ad un terzo uomo, incappucciato e vestito con una tunica color porpora. La donna venne fatta mettere in ginocchio di fronte a lui, che si alzò dallo scranno su cui era seduto. Poté vederne il volto, e rimase pietrificata dall'orrore. Lui l'accarezzò e fece un cenno ai due servitori, che la sollevarono di peso e la portarono verso un tavolo al centro della stanza. Lei ricominciò a urlare e scalciare, ma dopo pochi secondi si ritrovò scomodamente incatenata alla superficie di legno duro e grezzo. L'uomo in porpora le si avvicinò e disse qualcosa in una lingua che non capì. Uno dei due servi, quello gobbo, le strappò la camicetta. L'uomo in porpora le sfiorò il reggiseno nero di pizzo, e disse di nuovo qualcosa di inintelligibile, e si allontanò. La ragazza scoppiò a piangere implorando pietà. L'uomo torno tenendo in mano un pugnale sulla cui impugnatura si riconosceva l'effigie di un serpente. Quando lo sollevò in aria la ragazza strillò e lo insultò, e questi vibrò il colpo verso il suo petto. Il sipario venne tirato dal garzone, e il pubblico esplose in un boato. I due assistenti di scena liberarono Betty Sue, che si posizionò dietro al telo. Quando venne riaperto gli applausi del pubblico erano tutti per leTous Droits Réservés
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