Rebecca ricerca la sua completezza nelle occasioni abbordabili della vita, dolorosamente conscia della presenza di un confine, che spetta a lei superare, per riuscire a sentire. Lei ascolta sempre, accudisce le parole e crede in loro, ma nel suo vocabolario la parola 'sentire' ha un solo rilevante significato: vivere.
Mattia detesta questa parola, 'sentire', perché per lui vuol dire ascoltare gli altri, comprenderli e non avere tempo per permettersi di urlare, quando non può evitare che la sua voce sia fievole in un ammasso d'anime euforiche e straziate.
Samuele è al di là dello specchio, crepato da speranze distrutte. Se provasse a picchiettarlo, forse cadrebbero le lastre, ma teme di trovare un muro a sbarrare la via d'uscita. Poi, ci vorrebbe troppo tempo per buttare giù tutti i mattoni, uno, due, mille tentativi.
Stefano si destreggia sensibile e guardingo tra sguardi d'indifferenza e parole intrise di veleno, capace di lasciarsi scivolare tutto addosso e pronto a reagire. Lui sente con poco, grazie ad alcuni e tramite una.
Rose non ha limiti. Non nella grinta, non nel rispetto. È un fuoco fatuo, non puoi dominarlo, né piegarlo alla tua volontà, traccia la strada del destino senza rimpianti. Rovinoso o lieto, non le importa.
Marta deve essere perfetta, non conta quanto perfezione e felicità siano inversamente proporzionali, ma la sua mamma non gliel'ha mai detto, che la determinazione non si addice ad una principessa assoggettata.
"Un'attrazione irrefrenabile, nonostante la ragione le dica di stare lontana. Kenan non è solo un ex amore: ora rappresenta anche un costante promemoria del fatto che qualcuno ha osato prendere il simbolo del padre e farlo proprio. "