Lei c'è sempre.
lo la chiamo così, voragine, quell'impulso dannato che cerco di soffocare ogni minuto della mia esistenza.
Ma vivere reprimendo gli impulsi avvelena l'anima.
E quando l'anima implora pace, la voragine vuole trascinare a sè qualsiasi cosa pur di colmare quel vuoto inspiegabile.
Apro la dispensa e tiro fuori ciò che mi detta lei:
biscotti, patatine, merendine, dolci, barrette..
"forse è rimasto dello spezzatino di ieri sera in
frigo" prendilo. Sono al secondo pacco di biscotti nell'attesa che bolla l'acqua e i toast siano pronti. Apro un'altra vaschetta di gelato. Acqua. Tanta acqua. Il respiro inizia ad affannarsi e la pancia sempre più gonfia. Non sei piena abbastanza. Intanto i toast sono pronti, li azzanno come non mangiassi da mesi e nel frattempo butto la pasta. A questo punto non sono più sapori, non riconosci il dolce dal salato, è solo un masticare e regurgitare. Mischio, un cucchiaio di yogurt e un morso di toast, così via.
Sei completamente lucida, ma il tuo corpo procede, è lei che comanda adesso. Urla. Ultima forchettata di pasta. Hai i crampi. Ma sei colma. Colma d'odio per te stessa.
E provi ogni modo per rigettarlo.
Contenuti sensibili, disturbi alimentari
La mia storia