L'EREDE

Vuoto. Un enorme senso di vuoto. Era questo che sentiva Selene. Non riusciva a sentire altro. Era tutto troppo. Avere la consapevolezza di vivere nella menzogna era troppo, e lei questo non lo sopportava, non poteva. Le lacrime scorrevano veloci sul suo volto. Era la loro unica possibilità, diceva Trilli. Sicuramente non sapeva quel che diceva. Anzi Selene non sapeva neppure se esistesse veramente tutto ciò o se lo stesse solo immaginando. Avrebbe voluto scappare da lì se solo avesse saputo come fare. Un senso di angoscia la travolse. Un vortice di emozioni le invasero il corpo e lei scoppiò in un urlo disperato. Il sapere che il destino di un'isola era nelle sue mani, inoltre, non faceva altro che aumentare quel macigno che si trovava nel suo petto, sempre più pesante. Le dicevano che era forte, che sarebbe stata all'altezza, ma lei era convinta che così non fosse. Per di più non riusciva a capire come qualcuno che i libri descrivevano così buono, gentile e carismatico potesse rivelarsi tutt'altro ai suoi occhi. Trilli le disse che era cambiato con l'Isola, che non era colpa sua se era divenuto quel che era: lo stava difendendo anche se trattava di merda praticamente tutti. Eppure c'era qualcosa che nonostante tutto, spingeva Selene a credere alle parole di Trilli, anche se veniva trattata male dal principe dell'Isola in persona. Pianse per molto tempo in realtà quella sera. Quando si addormentò, sperava che quando si sarebbe svegliata sarebbe stato tutto un sogno ma non fu così. Non si può scappare dal destino, soprattutto quando questo è già stato prescritto.