Steph entrò nella stanza, mentre Michael suonava. Era certa di trovarlo lì. Per quanto non si sopportassero, i due si conoscevano bene.
Il ragazzo subito non si accorse di lei, preso a suonare la chitarra, e lei si perse a guardarlo. Era molto nervosa, visto ciò che stava per chiedergli, eppure, nonostante lui fosse spesso la causa della sua collera, aveva allo stesso tempo un effetto calmante su di lei.
Una volta finita la canzone, Michael alzò gli occhi -Hood, cosa vuoi?- lei si avvicinò -devo chiederti un favore, o meglio, un aiuto, anche se ho il sentore che potrebbe aiutarti-
-Voi cosa?- chiese il loro migliore amico, mentre Calum e Ash li fissavano senza parole -Noi- mormorò Steph con un sospiro -abbiamo deciso di fingere di uscire insieme, ed eventualmente, di stare insieme- concluse lanciando uno sguardo eloquente alla mano del rosso di fianco a lei, che stava svogliatamente appoggiata allo schienale della sua sedia.
Lui era calmo, lei era una tempesta, e perciò non si capivano a vicenda, apparentemente almeno.
Se dovessero chiedere a Ginevra di parlare del destino, molto probabilmente userebbe come esempio lei e Kenan.
Parlerebbe di come il suo telefono, cadendo a terra quella sera allo Juventus Stadium, le avesse fatto incrociare gli occhi brillanti del giovane.
E ancora, citerebbe della notte in cui si era ritrovata ad aiutarlo con una gomma dell'auto bucata.
Tutto ciò senza mai averlo visto prima. Nessuno dei due fino a quel momento sapeva uno dell'esistenza dell'altro.
Per Ginevra quello, era destino.