Mescolata tra la folla, nascosta in piena vista, si trova una ragazza che a diciassette anni, ne ricorda solo sette. Cosa si prova ad avere un tale vuoto di memoria? Hester vi avrebbe risposto ad senza pensare: "il nulla"
Hester Armstrong, Boston, diciassette anni, guardandola dall'esterno nessuno direbbe che in realtà nasconde dentro un cuore così debole, ma al contempo più forte degli altri. Erano passati sei anni da quel giorno, e ancora il suo animo e la sua mente erano tormentati dal fastidio di non poter sapere, di non poter ricordare; e come se non bastasse, già nel suo tormento, era perseguitata anche da due occhi di ghiaccio che avrebbero potuto salvarla o portarla alla sua più completa rovina.
Buio. Buio tutto quello che vidi nel momento in cui aprii gli occhi eppure mi chiesi come fosse possibile avere la concezione del buio se non si ricorda nemmeno il proprio nome, come si può conoscere il significato della parola "buio" se tutto ciò che ci si ricorda niente? Eppure io sapevo cosa volesse dire "buio", sapevo cosa volesse dire "niente", sapevo cosa fosse un albero e sapevo cosa fosse la felicità, o meglio, conoscevo la descrizione che le persone danno di questa parola, però non mi ricordavo il mio nome, non mi ricordavo dove fossi, non mi ricordavo come fossi finita lì, non ricordavo nulla: ora che ci penso comprendo quanto fosse triste la mia realtà, a dire il vero, il fatto di non ricordare nulla che mi riguardasse non mi provocò né angoscia, né terrore, fu più una mera consapevolezza: non ricordavo e forse mai avrei ricordato.
"Vorrei dirti che sembri da sempre in posa
Che sai che cosa vuol dire stare da sola
Una che non sa gestire quello che prova
Una di cui uno come me si innamora..."