Fecondazioni assistite è una raccolta di dodici racconti (circa 30.000 parole) a metà fra il reale e il fantastico, ambientati in diversi contesti narrativi: horror, fantasy, fantascienza, onirico. Ruotano intorno ad un tema comune, declinato ogni volta in modo diverso: il sesso e le sue conseguenze - il piacere e la generazione - purché quasi sempre privi di qualunque componente genuinamente erotica, là dove il grottesco, l'inquietante o il visionario ne prendono il posto. Se i primi quattro racconti esplorano la dimensione vorace, gioiosa, sensuale dell'amplesso - sia esso impedito (La soluzione, dove il povero Duilio, non potendo copulare con Marina, non trova niente di meglio che affidarsi al diavolo), irrefrenabile (Orgone, o del sesso in astronave), demandato ad altri (Così semo boni tutti, dove il doppio del protagonista gode il sesso che il protagonista non ha voglia di fare) o con secondi fini (Quei due, per allontanare l'angelo della morte Azrael) - i successivi sei sono un viaggio nel sesso grottesco (Devo finire la tesi, dove Ottilia monta il partner solo dopo essersi assicurata che non abbia parassiti), imposto (Il cuculo, dove il protagonista mette incinte nel sonno le mogli altrui), perverso (le orge rituali del Giorno dell'offerta a danno di adolescenti prigionieri), violento (il fantasma di È il mio momento non vedeva l'ora di rinascere), alieno (La vela sul dorso) o crudamente ed esclusivamente inteso nella sua componente biologica (La svedese). La raccolta si chiude con il dittico Velut luna e Quassù in cima, dove osserviamo le conseguenze dell'atto fecondativo - la gravidanza - in contesti distopici e maligni dove, paradossalmente, quella che sembra un'ulteriore difficoltà - una gravidanza maschile e un parto 'di fortuna' - finisce per costituire messaggio di speranza nella rovina finale dell'umanità.