Se potessi sentirli? I pensieri che non sono considerati abbastanza decenti da essere espressi a voce, che non sarebbero consoni nemmeno a un pigiama party di ragazzine. Sarebbe un dono o una maledizione? Troye, il ragazzo che ha questo 'potere', pensa sia una maledizione: avete idea di come sia difficile mantenere un rapporto con qualcuno sapendo qualsiasi cosa gli passi per la mente? Impossibile. O almeno per Troye è così dato che ci ha lasciato perdere. Lui è diverso, e la gente ha paura del diverso,lo odia. Quindi meglio passare inosservato, essere niente, piuttosto che essere odiato. Giusto?
Tyler, invece, ha preso un altro atteggiamento verso un problema simile. No, non legge nel pensiero, ma nasconde una parte di sé che non svelerebbe ad anima viva. Fa il quarterback nella squadra di football della scuola, il sogno di ogni ragazza, un portento a scuola, ed è gay. Ha già visto come vengono trattate le persone diverse,è anche stato lui stesso a trattarle così male. Quindi perché dovrebbe voler essere lui la vittima? No, meglio nascondersi, essere qualcuno che non sei, piuttosto che essere odiato. Giusto?
*contiene scene esplicite segnalate in ogni capitolo che le contiene e linguaggio forte, ma niente che riguardi autolesionismo/suicidio*
**QUESTA É UNA TRADUZIONE PIÚ FEDELE POSSIBILE ALL' OPERA DI MelancholyMango, (AUTRICE ORIGINALE DI QUESTA STORIA CHE POTETE TROVARE IN INGLESE SUL SUO PROFILO WATTPAD) PUBBLICATA SOTTO IL SUO CONSENSO**
Eterocromia. Ecco la cosa che mi ha distinta da sempre.
Quei bisbigli dei bambini appena passi che ti definiscono una "strega" o una "fata" oppure i rifiuti dei ragazzi perchè "i tuoi occhi mi fanno paura".
Si passa la vita a cercare un'equilibrio ed io perdo già in partenza: un occhio verde e un occhio azzurro.
Nonna ha sempre detto che è stato un segno del destino, un segno che io alle regole non ci sarei mai stata. Mi fanno sentire in trappola, bloccata e imprigionata. Ho bisogno di fare tutto a modo mio e di ascoltare solo me stessa. Io mi do le regole. Io decido.
Questa è stata la mia filosofia di vita per tanto tempo, prima che la gente cominciasse a sbattermi porte in faccia dandomi della viziata.
Quando la scuola ha cominciato a chiamare nonna per il comportamento ho capito che era il momento di mettermi dei paletti e di trovare un equilibrio tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato.
Gli occhi però sono l'unica cosa che resta ancora come prima. L'unica cosa che un equilibrio non lo troverà mai. Ed è bello così.