Il Liber consta di 116 carmi divisi in tre sezioni:
La prima parte (1-60) detta nugae, termine che, coniato dallo stesso Catullo, significa "sciocchezze", "cose da poco" e che verrΓ poi ripreso da Francesco Petrarca, raccoglie carmi brevi scritti in metro vario, soprattutto endecasillabi faleci, ma anche trimetri giambici, scazonti e saffiche.
La seconda parte (61-68) detta carmina docta, contiene elegie, epitalami e poemetti piΓΉ lunghi ed impegnativi in esametri e in distici elegiaci, scritti secondo il gusto erudito della poesia alessandrina. In questi carmi si avverte un interesse ed una partecipazione poetica piΓΉ accentuata, emerge infatti una ricercatezza linguistica e stilistica.
La terza parte (69-116) Γ¨ composta dagli epigrΓ mmata ossia appunto da epigrammi composti in distici elegiaci.
Una raccolta di poesie che esplora emozioni intime, sogni e riflessioni, dove le parole diventano il riflesso di ciΓ² che spesso rimane nascosto nel cuore.