"Ecco come tutta la fine iniziava. Un angelo. Un demone. Un libro di profezie. E una strana, insolita ragazza.
Ovviamente Lei non assistette a tutto, aveva ancora delle carte da giocare dopotutto, dei dadi da lanciare, un mazziere ancora sorridente ed ora, dopo millenni, persino impaziente di vedere come e quando questa partita sarebbe finita, se fosse finita. È per questo che inviò me. Potrei essere anche solo che un semplice osservatore, che si presenta sotto forma di una semplicissima folata di vento, ma vi posso dire che questa avventura la descriverò, per quanto strana e assurda sia, nel modo migliore possibile."
(Questa è una storia basata su Good Omens, di Neil Gaiman e Terry Pratchett, e si tratta di un continuo da me inventato del libro/serie. Se non l'avete ancora fatto, vi consiglio di guardare prima l'originale. Per il resto, buona lettura!)
Eterocromia. Ecco la cosa che mi ha distinta da sempre.
Quei bisbigli dei bambini appena passi che ti definiscono una "strega" o una "fata" oppure i rifiuti dei ragazzi perchè "i tuoi occhi mi fanno paura".
Si passa la vita a cercare un'equilibrio ed io perdo già in partenza: un occhio verde e un occhio azzurro.
Nonna ha sempre detto che è stato un segno del destino, un segno che io alle regole non ci sarei mai stata. Mi fanno sentire in trappola, bloccata e imprigionata. Ho bisogno di fare tutto a modo mio e di ascoltare solo me stessa. Io mi do le regole. Io decido.
Questa è stata la mia filosofia di vita per tanto tempo, prima che la gente cominciasse a sbattermi porte in faccia dandomi della viziata.
Quando la scuola ha cominciato a chiamare nonna per il comportamento ho capito che era il momento di mettermi dei paletti e di trovare un equilibrio tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato.
Gli occhi però sono l'unica cosa che resta ancora come prima. L'unica cosa che un equilibrio non lo troverà mai. Ed è bello così.