Protetti dallo scudo del politicamente corretto, donne belle di mezza età e uomini di rango elevato sono attivi in traffici illeciti di opere d'arte, di prodotti agricoli di qualità e di giovani donne vendute a ricchi e potenti in giro per il mondo che un tempo si chiamava tratta delle bianche. I traffici sono strumenti di riciclaggio di proventi di contrabbando di armi nei paesi con guerre civili e stupefacenti nel mondo occidentale. Connivente è la ricca borghesia del denaro e dell’intelletto.A Villa Bevilacqua il vecchio ufficiale scopre che governano a piacimento omuncoli e donnette irretiti in loro potere – in passato e ancora nel presente – e possono manipolarli impunemente, fino ad assumere su di loro diritto di vita e di morte: alcuni muoiono davvero, in circostanze misteriose, subito archiviate come casi di morte accidentale o per opera di ignoti che ignoti resteranno per sempre.In Villa Bevilacqua tutti sono incrociati padri e madri, e figli e figlie. La consanguineità è così intricata da farsi traccia del giallo, pista che l’investigatore fa fatica a mettere a fuoco ma che non può non seguire. Fino al scoprire l’assassino. Sarà punito perché ha osato scoprire i legami di parentela tra i protagonisti, tutti finti tonti o cinici, ma tutti responsabili. Il romanzo è di formazione, con pagine kafkiane e con la passione per le descrizioni di paesaggi e personaggi a imitazione di taluni grandi romanzi russi.