L'esperienza è legata al mito. immergersi nell'autoesperienza vuol dire vivere il proprio mito, la storia della propria vita. mentre il legame con la nostra storia diventa più profondo, impariamo che l'esperienza è nostra maestra. e l'esperienza non si può programmare. siamo noi i creatori dei nostri miti. alcuni eventi indelebili incidono per sempre sulla nostra esperienza di vita. segnano un cambiamento, positivo o meno, che ci permette di crescere e di sviluppare pensieri autonomi. i bambini che non hanno ancora esperienza hanno i propri genitori come figura di riferimento, li vedono come se fossero superiori e assimilano ogni azione per assomigliare di più a loro. 720 crescendo fanno nuove esperienze, e questo lo porta ad avere nuove persone di riferimento. il processo si ripete all'infinito, assimilano e quando trovano qualcuno "migliore" cambiano figura "mitica". quindi non si può parlare di "persona" o "evento" che ha formato l'esperienza della persona, ma di una serie di eventi. nella mia infanzia, la prima figura mitica che riesco a ricordare è la mia maestra dell'asilo. una donna dolce e paziente, con boccoli dorati che le contornavano il viso: era l'apoteosi della bellezza per una bambina; questo mi spinse a fidarmi di lei sin dal primo secondo e a cercare di assomigliarle, fino al punto che sviluppai il desiderio di diventare un insegnante dell'asilo "per essere proprio come lei". Durante le elementari questo ruolo venne svolto dai miei genitori, in particolare mio padre, che percepivo come essere superiore. le sue ideologie si inculcarono nella testa di me bambina, che ciecamente si fidava di lui, perché se lo diceva giusto doveva essere. alle medieAll Rights Reserved
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