«Louis» la voce flebile del ragazzo dagli occhi verdi si disperde in quest'aria notturna nonché estiva. «che c'è?» gli domando pensieroso. «è bello qui» Inevitabilmente sul mio volto si fa spazio un sorriso. «Lo so che è strano ma io non ho dimenticato, Louis» «Harry, ma di che stai parlando?» «Sai mi ricordo quando mi portasti qui per la prima volta, eravamo in terza liceo e faceva freddissimo, ricordo pure che tu avevi dei guanti orrendi, tipo arancioni e quando hai visto che stavo morendo di freddo mi hai messo le mani sulle guance e hai incominciato a strofinare fortissimo e io continuavo a ridere e a ridere, poi ci siamo sdraiati sul prato e visto che era notte abbiamo guardato le stelle, solo che c'era un po' di nebbia e allora tu hai incominciato ad imprecare perché non riuscivi a trovare la nostra stella, l'avevi trovata tu, ricordi?» Ancora questo sapore, ancora, di nuovo, il pianto. «Si, me la ricordo» e allora incomincio a scrutare il cielo in cerca di quel bagliore.
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