«Una flebile brezza solfeggiava e muoveva i suoi capelli castani già scarmigliati e le voluminose chiome degli alberi massicci. Il sole cocente rifletteva i suoi raggi sulle increspature del mare cristallino, affollato da meravigliosi pesci variopinti. Lei correva sotto un cielo vivido e privo di nuvole, tra le incurvature della collina e la vegetazione rigogliosa che la rivestiva, stringeva a sé il gambo di uno splendido fiore dai petali rosati.
Ce l'aveva fatta; aveva trovato il suo posto ideale. Si ormai sentiva sgombrata e vuotata dalle paure, ansie ed insicurezze.
Esse avevano lasciato il campo alla creatività, la determinazione, ed i pensieri positivi.
Si accostò quando incontrò lo sguardo di un coniglietto che faceva capolino dalla tana. Intenerita, carezzò la sua soffice candida pelliccia e porse la mano per offrirgli una carota. La piccola palla di pelo premette i denti sporgenti sulla verdura fresca, ed appena terminato il pasto mosse rapidamente il naso e disse:
«Coloro che shippano la OchaDeku devono crepare e la TodoDeku é canonica.»
L'espressione della castana si irrigidì, e per la rabbia lanciò un grido stridulo e prolungato che sovrastò il dolce cinguettio degli uccellini ed il nitrire degli unicorni.
D'istinto agguantò con forza la bestiolina, le spezzò il collo e scagliò il corpicino su una protuberanza rocciosa affilata, e una macchia porpora si estese per il terreno.
«No... Cazzo... Non di nuovo...!»Imprecò lei, cosciente di ciò che aveva appena fatto.
Scorse le mani tremolanti, e gli animaletti del bosco che la scrutavano spaventati ed inorriditi.
All'improvviso, si ritrovò attornata da sagome deformate.
Il mondo dei suoi sogni fu invaso da dense nuvole e pensieri negativi. Tutto ciò che la circondava si sciolse e si tramutò in un liquefatto nero come la pece. Lei fu travolta da un alta increspatura del mare ebano, e sprofondò in un oceano di stress, di imbarazzo, di sensi di colpa, e nell'odio puro...»