Mi infiltravo nei tuoi incubi, mi nutrivo di essi, quando ti agitavi la notte, quando il cuore sembrava esploderti dal petto, io ero sempre lì, a bordo del letto, ti guardavo mentre pregavi di svegliarti, mentre il sudore inumidiva i tuoi capelli.
Io quando ti ho conosciuto, quando ho iniziato a perseguitarti non sapevo chi fossi in realtà.
Per me eri un misero mortale, bello ma niente di più.
Non sapevo che avrei risvegliato la morte, del signore con la falce non si sapeva più niente da troppi anni.
"Oh Jimin".
"Pensavo di averti scelto io, quanto mi sbagliavo"
"Che ne diresti se facessimo una piccola scommessa? Così, per sigillare l'inizio della nostra sincera amicizia." Mi rivolge un sorriso furbo.
Alzo un sopracciglio facendogli segno di continuare.
"Se vinco io, farai qualunque cosa io ti dica. Viceversa, faró qualunque cosa tu voglia che io faccia."
"Di che scommessa si tratta?" Chiedo curioso.
"Portarsi a letto qualcuno." Dice ovvio.
Rido leggermente per la battuta.
"Così semplice? Potrei andare a cercare quelle ragazze che sono uscite dalla tua camera anche ora."
"Oh." Sorride innescando una serie di brividi lungo la mia spina dorsale.
"Non parlavo di un qualcuno qualsiasi. Vince chi tra di noi riuscirà a portarsi a letto per primo un ragazzo senza che nessuno lo sappia."