Mi infiltravo nei tuoi incubi, mi nutrivo di essi, quando ti agitavi la notte, quando il cuore sembrava esploderti dal petto, io ero sempre lì, a bordo del letto, ti guardavo mentre pregavi di svegliarti, mentre il sudore inumidiva i tuoi capelli.
Io quando ti ho conosciuto, quando ho iniziato a perseguitarti non sapevo chi fossi in realtà.
Per me eri un misero mortale, bello ma niente di più.
Non sapevo che avrei risvegliato la morte, del signore con la falce non si sapeva più niente da troppi anni.
"Oh Jimin".
"Pensavo di averti scelto io, quanto mi sbagliavo"
"Allora?" Mi chiede divertito, accorgendosi del fatto che lo stavo fissando.
Mi avvicino al suo corpo, prendendo coraggiosamente le sue mani e stringendole delicatamente tra le mie.
"Voglio insegnarti ad amare."
Sussurro, avvicinando il mio volto al suo e unendo nuovamente le nostre fronti.
"Fallo allora." Dice, alzando una mano per spostare alcune ciocche bionde dalla mia fronte, scoprendo i miei occhi rivolti verso le sue labbra.
Lo guardo un'ultima volta negli occhi, prima di dischiudere le labbra e premerle finalmente sulle sue.
E mentre stringo delicatamente i capelli corvini alla base del suo collo, mi sono appena reso conto di essere completamente fottuto.