Non so spiegare quello che ho visto appena ho aperto gli occhi, forse perché alla fin fine non si vedeva un granché: era buio, silenzioso, sembrava che qualunque posto in cui mi trovavo fosse offuscato. Avevo un forte mal di testa, l'aria che respiravo aveva un'odore orripilante, quasi da farmi venire il voltastomaco. Chiusi gli occhi, un battito di ciglia, e realizzai di trovarmi nel caos più totale: decine di letti si presentavano uno dopo l'altro davanti a me, pieni da ragazzini, chi piccolo chi grande che chiamavano disperatamente la mamma, piangevano, altri che cercavano di capire dove fossero, come si chiamassero e cosa facessero lì. La verità è che nessuno sapeva nulla, solo i nostri nomi incisi su un cartello ai piedi del nostro letto. "Carrie"... "è questo il mio nome?" Pensai. Guardai l'infinità di bambini che non capivano, che versavano lacrime. Fin quando una sirena iniziò a squillare. Assordante. Oramai non riuscivo a sentire nemmeno i miei stessi pensieri. Tutto accadde velocemente. Delle donne e uomini entrarono e presero bambini, uno a uno, li stavano portando via e temevo che lo facessero anche a me. Un ulteriore battito di ciglia e l'ambiente era nuovamente cambiato. Chi è questa gente? Dove sono adesso? Che ci faccio qui? Presto risponderò a tutte questi quesiti, fosse l'ultima cosa che faccio.