Questo scritto non credo possa rispondere ad un genere propriamente definito. In verità non può e non vuole rispondere proprio a nulla perché, in fin dei conti, ogni domanda ed ogni modello, sono sempre relativi, riferimenti parziali che provengono da punti di vista esterni, o da contrattazioni, meglio contrazioni, di significato ai quali poi doversi in qualche modo attenere, ai quali poi bisogna fornire risposte più o meno corrispondenti all'attesa.
Ma l'intensità di un urlo o di un gemito, di un pianto o di una risata, si esprime sempre partendo "dall'interno", libera, senza pensieri di sorta. Quelli arrivano dopo.
Nell'esprimersi credo quindi che avvenga qualcosa di diverso, qualcosa di "inverso".
Non scrivo di ciò che davanti agli occhi è delineato ma di quello che è oltre le linee, di quella parte che è scontornata. Di quella parte che spesso è taciuta, che è sotto le parole e che quindi anche se non la ascolti con le orecchie comunque esiste. È sempre questione di sensi.
Ecco, è proprio lì che cade la mia attenzione, il mio osservare, il mio pensare, il mio scrivere.
Nel "non essere" definiti credo che ci si senta più vicini agli istinti d'anima, a quella purezza che in ogni forma di rappresentazione poi finisce per perder sempre qualche pezzo. Forse troppi, probabilmente i migliori.
Questo spazio vuol essere piuttosto una raccolta di "morsi d'anima", senza filtri, senza censure, crudi ed espressi in parole che, nella loro limitatezza, sono in ogni caso tracce di una intensità autentica, vissuta attraverso un percorso sempre inverso alla superficie.
Un attraversamento fatto di inquietudine, amore, odio, passione, erotismo, smarrimento, delusione, felicità, malinconia e di tanti altri "morsi" che, probabilmente, lasciano i segni di un cammino verso una ricerca continua di quell'oltre dove la nostra anima risiede ed alla quale tutti noi, da sempre, rispondiamo.
Scrivo di uno scorrere disordinato e di un sentire scomposto di morsi d'anim
Sono trascorsi tre anni da quella fatidica notte che ha svoltato diversi destini.
Nova Taylor non è più la stessa ragazza di prima.
Adesso è giunto il momento di riprendersi la vita in mano e andare avanti.
Dopotutto, è una sopravvissuta. Sa cosa significa indossare una maschera davanti agli altri e fingere che vada tutto bene. Ora, però, è giunto il momento di fare sul serio.
Sarà così davvero o la vita le metterà ancora una volta i bastoni tra le ruote?
Questa è Prejudice, e a voi non resta altro che scoprirlo.