"Non vi siete sbagliata, madre, giacché anche lui è Alessandro" - Alessandro Magno alla regina madre persiana Sisigambi, Curzio Rufo (3 - 12, 17)
"Voi sapete che Alessandro significa per noi più di ogn'altra cosa" - Efestione in una lettera alla regina Olimpiade, Diodoro (17 - 114, 3)
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Ma loro non erano esseri umani, no [...] In quei brevi istanti di pura follia erano Titani, persino più potenti degli Dèi, più potenti di qualsiasi altra forza o entità di quel cosmo.
Più potenti della Vita e della Morte stesse
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Uno era il Sole, l'altro la Luna
Uno era il giorno, l'altro la notte
Ma i loro cuori battevano all'unisono, quasi come se costituissero un'unica, sconosciuta entità di incomparabile potenza; bruciavano in quella fiamma di vita che da sempre aveva consumato entrambi: avevano il fuoco negli occhi, nel cuore, nelle vene.
Indissolubilmente legati, due stelle nate per brillare insieme, fatte della stessa sostanza, degli stessi sogni.
Alessandro ed Efestione come Achille e Patroclo; compagni d'armi, di studi e di vita, ma soprattutto, compagni d'anima.
Un'unica anima, dimorante in due corpi.
Almeno una volta nella vita, quando arrivava Natale o qualsiasi altra festività, ognuno dei nostri genitori riceveva una chiamata dai proprio amici. E nessun figlio poteva mettersi in salvo quando dal proprio genitore veniva pronunciata la fatidica frase: "Vieni al telefono, c'è la 'zia' che vuole salutarti".
Eppure Charles mai e poi mai si sarebbe aspettato che, all'età di ventisei anni, proprio quella 'zia', si sarebbe presentata alla sua porta di casa, proponendogli una richiesta più che folle. Sophie Garcia desiderava chiedergli una cosa che lui nemmeno sapeva esistesse ancora nel ventunesimo secolo: un matrimonio combinato.
Vincent Garcia era un noto mafioso francese. Per stringere accordi con un suo alleato e espandere i suoi giri loschi, aveva intenzione di donare sua figlia, Francesca, in matrimonio ad un uomo ormai anziano. Sophie, assolutamente in disaccordo con le scelte del marito, sapeva che l'unica cosa che avrebbe potuto salvare la sua bambina era niente di meno che un altro matrimonio. Un matrimonio con un uomo abbastanza potente da non poter essere nemmeno sfiorato dalla forza criminale che esercitava suo marito. Un uomo tanto pazzo, ma buono, da poter accettare tale offerta. E quell'uomo non poteva essere nessun altro se non il dolce figlio della sua cara amica: Charles Leclerc.
Per quanto non mancasse di personalità, Charles era un uomo altruista. E fu proprio ciò a fregarlo. Fu proprio quell'altruismo a spingerlo a sposare una donna che nemmeno conosceva. Privandosi della possibilità di sposare una donna che amava davvero ed avere un matrimonio felice. Eppure, la vita non era mai stata una questione di tenere sempre in mano le carte buone, ma di saper giocare bene una mano svantaggiosa.
Charles non poteva più tirarsi indietro, doveva giocare la sua partita e comprendere di dover cambiare strategia nel momento in cui quel matrimonio stava iniziando ad essere non più un obbligo, ma un qualcosa di più grande.