Se c'è una persona con cui non vorresti mai avere a che fare quello dovrebbe essere Lee Minho. Silenzioso, freddo, un ragazzo che non sorride mai e parla solo ed esclusivamente con quel suo migliore amico, Hwang Hyunjin, totalmente il suo opposto. Un tipo calcolatore a cui non fanno né caldo né freddo le adorazioni delle ragazze o dei ragazzi, persino i bulli a scuola gli girano a largo, chi perché si è già scontrato con i suoi pugni e chi per evitare ulteriori guai. Si sa pochissimo di lui, solo che la sua famiglia è ricca e che abbia un fratellastro molto famoso, pare che i suoi genitori abbiano divorziato quando era piccolo ma si sa, le versioni cambiano con il passare del tempo.
Questo è tutto ciò che si dice di Lee, se ne parla come una sorta di macchina da guerra affilata e pronta a dividere in mille pezzi qualsiasi cosa gli blocchi la strada.
Perciò non c'è alcun motivo per cui Jisung dovrebbe mai trovarglisi di fronte, lui vuole continuare a vivere e stare tutto intero, a malapena sa com'è la faccia di Lee...peccato che è molto curioso, molto ficcanaso e sin troppo cocciuto per evitare di cacciarsi nei guai e fare qualche domanda di troppo...
<<E' di questo che vuoi parlare?>> gli domanda poi Minho a un passo dal suo volto, le punte delle loro scarpe che quasi si toccano.
Jisung non ha più voce.
Minho lo sta guardando come se fosse il suo pranzo e questa cosa lo sta... eccitando? A tale pensiero Jisung diventa quasi viola e questo strappa un sorriso al maggiore, <<Stai pensando tutto da solo>> dice.
E accidenti se lo sta facendo.
Side story: Changlix
Accenni: seungjin ; chanin
⚠️CONTENUTO PER ADULTI +18⚠️
Eterocromia. Ecco la cosa che mi ha distinta da sempre.
Quei bisbigli dei bambini appena passi che ti definiscono una "strega" o una "fata" oppure i rifiuti dei ragazzi perchè "i tuoi occhi mi fanno paura".
Si passa la vita a cercare un'equilibrio ed io perdo già in partenza: un occhio verde e un occhio azzurro.
Nonna ha sempre detto che è stato un segno del destino, un segno che io alle regole non ci sarei mai stata. Mi fanno sentire in trappola, bloccata e imprigionata. Ho bisogno di fare tutto a modo mio e di ascoltare solo me stessa. Io mi do le regole. Io decido.
Questa è stata la mia filosofia di vita per tanto tempo, prima che la gente cominciasse a sbattermi porte in faccia dandomi della viziata.
Quando la scuola ha cominciato a chiamare nonna per il comportamento ho capito che era il momento di mettermi dei paletti e di trovare un equilibrio tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato.
Gli occhi però sono l'unica cosa che resta ancora come prima. L'unica cosa che un equilibrio non lo troverà mai. Ed è bello così.