Eravamo tutti li. Tutti che piangevano, tristi e vestiti di nero. Per molti il nero era solo colore di lutto, ma non per lei. Quella ragazza adorava il nero. Lo indossava sempre, era parte di lei. In molti la temevano e in pochi la adoravano. Lei, non capita, ma solo criticata, stava svanendo. Non come fa il fumo di una sigaretta ma piuttosto come fa un tramonto, piano, dando il meglio o il peggio di se, dipende dai punti di vista. Mancava da giorni a scuola, lei a cui sembrava importare molto, lei che veniva assillata ogni giorno per dare il meglio di se in qualcosa a cui non credeva, Il suo futuro. Mancava al suo gruppo di amiche i sabati sera in quel locale loro solito frequentare, ma che con lei aveva ben poco in comune.
Lei si sentiva estranea ovunque stesse, si sentiva di troppo. Mancava a casa, dove si chiudeva in camera a leggere o ad affilare delle lamette in quei polsi bianchi o in quelle grosse cosce che disprezzava quasi più di stessa. I suoi disegni accartocciati per la stanza perché non erano come lei aspirava. Anche il suo odore mancava da tempo, un misto tra fumo e il primo profumo che adocchiava nel bagno. quel giorno però era presente, era tornata, o meglio dire, il suo corpo c'era ma la mente no. Non era ne tra i banchi della scuola, ne per le strade, ne a casa... Era li, ben vestita e truccata come il suo solito, soltanto che non era seduta come noi. Era sdraiata, ma non nel letto dove ci passava le domeniche mattine. ma in quella stretta e cupa bara. esatto ragazzi, quello era il suo funerale. Funerale di una ragazza suicida.Todos los derechos reservados