"Scusami Olivia" esitò con le braccia sui miei fianchi, dubbioso se stringermi o meno. I nostri respiri erano incredibilmente vicini, e in qualche modo mi sentii protetta.
"Io...sto bene con te" sussurrò al mio orecchio, facendomi risalire.
Stava bene con me.
Basta.
"Tutto qui?" gli dissi.
"Per me è tanto" disse, pizzicandomi i fianchi. Chiusi gli occhi, annusando il suo profumo di colonia, misto a quello della sua pelle.
Mi domandai se quella frase lo dicesse a tutte quelle che portava nella camera degli ospiti, prima di mettere mano a quella scatola piena di preservativi. Scossi la testa infastidita, scostandolo.
"Beh, almeno hai trovato un'amica per l'estate" esordii, alzando le sopracciglia. Carlo sorrise, schiarendosi la voce. Nel profondo del mio cuore, mi trovai a desiderare di essermi sbagliata, che non voleva davvero essere mio amico, ma molto di più. O almeno, qualcos'altro. La sua accondiscendenza mi ferì.
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"Un giorno mi spiegherai anche perché vai così veloce, diamine!" mi lamentai, stringendo forte la cintura vicino al mio petto.
"Oh cara, non so se vorrai davvero saperlo".
I cliché piacciono perché ci fanno sentire a casa.
Ma questa storia? Vi ci porterà... per poi stravolgere ogni certezza.
Sotto le apparenze si nasconde più polvere di quanto siamo pronti a vedere. E quasi nessuno è disposto a mostrarla.
In rari casi, l'amore è abbastanza forte da far alzare la nostra maschera. Eppure in questo racconto, due si odiano, mentre gli altri non sanno di non poter stare insieme.
Quando l'attrazione incontra il dolore... chi ne esce vincitore?
Si avvicina pericolosamente a me. Quel suo dannatissimo profumo mi invade le narici, dolce e tagliente come una lama.
«Scappa finché sei in tempo, principessa.»
La sua voce è bassa, controllata, quasi studiata.
«P-perché dovrei?» riesco a mormorare, cercando di non perdere il controllo.
Lui sorride, lentamente, e risponde scandendo ogni parola:
«Perché se restassi ancora un secondo davanti a me... farei cose che un principe non farebbe mai.»
Inspiro a fondo. Non abbasso lo sguardo.
«Io non voglio un principe. Voglio te.»