«Ciao» mormorò aprendo la porta e incontrando i suoi occhi scuri «Ciao» rispose di rimando e sembrava proprio intenzionato a non voler dire altro «Vuoi entrare o vuoi stare qui tutto il tempo?» la ragazza si appoggiò alla porta cercando di capire, in cuor suo, cosa fosse il caso di dire o fare. Ciro annuì in silenzio ed entrò mentre la mora rimase all'ingresso prendendo un grande respiro prima di chiudere la porta. Le aveva notate le occhiaie scurissime, più del solito, sotto ai suoi occhi, così intrisi di tristezza. E si sentì male perché non poteva aiutarlo. «Puoi sederti sul divano, fai come se fossi a casa tua» gli disse lasciando che si sedesse prendendo poi posto accanto a lui, non smettendo però di osservarlo neanche un attimo intenta a cercare le parole giuste per parlargli. Lui sospirò passandosi la mano tra i capelli e chiudendo gli occhi «Anna nun m guardà accussì, nun vogl a pen e' nisciun» «Ma quale pena» mormorò guardandolo un po' ferita. Il ragazzo fece per parlare ma dalla sua bocca non uscì mezza parola, sospirò e poi ancora silenzio. Silenzio che Anna riuscì a rispettare capendo che stava organizzando i pensieri. «Non dormo da tre giorni» disse con voce incrinata guardando prima davanti a lui il vuoto e poi alzando lo sguardo su di lei con gli occhi neri colmi di lacrime e paura.