"è che..." scuote la testa, guardando il soffitto, mentre un sospiro gli sfugge dalla bocca "quanno c'è Simone de' mezzo io perdo la testa, non ne faccio una giusta. È come se non ragionassi più"
"ho fatto na' marea di cazzate con lui, per lui. Na' marea. Dal primo momento che l'ho visto" ridacchia al ricordo di un ragazzone alto, sempre in ordine, sempre sistemato, il fidanzato perfetto, lo studente perfetto, il figlio perfetto.
"lui non merita le cose che gli so' successe per colpa mia, e io ho sbagliato e so' stato un coglione ma non posso perderlo..." un sapore salmastro gli pizzica l'angolo della bocca, e lui non si disturba neanche ad asciugarsi il viso.
L'amore non è facile per nessuno, specie per chi non conosce davvero sè stesso, e per chi parla prima di pensare. Ma non esiste groviglio che non si possa sbrigliare.
[Sottospecie di long ¦ angst ¦ hurt/comfort ¦ slow burn ¦ ~ 20 parti]
*My behavior is hard to understand, but you hold on to me*
«Professo', s'o può scordà.» La gamba di Manuel trema da quando si è seduto di fronte a Dante e Floriana. È nervoso, non si aspettava di vivere tutto questo. Non a ventitré anni, almeno.
«Manuel, ti prego, hai visto anche tu in che condizioni è.» Sente le parole uscire flebili dalla bocca di Dante, sono quasi una supplica, una richiesta d'aiuto, che non avrebbe mai voluto sentire.
Manuel si appoggia sullo schienale di quel divano che fin troppe volte ha visto lui e Simone punzecchiarsi come se fossero due fidanzati. «Non se tratta de questo. Crede davvero che se risolverà er problema così?»