American Horror Love Story

Questa storia comincia dalla fine. È sempre così che ha funzionato tra noi; aspettarsi un filo logico o rientrare nelle tempistiche ottimali non è mai stato il nostro forte. E mai lo sarà.
Questo infinito sequel che continua a deludere le aspettative del pubblico ha avuto inizio due minuti fa, nell'esatto momento in cui ho deciso di premere invio sullo schermo del mio maledetto cellulare quando avrei semplicemente dovuto spegnere la TV e andare a letto.

"Ho appena visto Dahmer. È un cazzo di incubo fatto opera d'arte. Non potevo aspettarmi nulla di diverso da Ryan. E da te.
Bel lavoro."

Un complimento. È solo un complimento che avrei fatto a chiunque, tra i miei colleghi. Un complimento che non necessita di alcuna risposta per essere più o meno veritiero, mi dico. Ma è anche un complimento che spero venga letto, sebbene non vi sia nessun obbligo da parte del ricevente, a maggior ragione con i nostri precedenti.
Mi domando se sia stato giusto, necessario, apprezzato, scritto nel modo giusto, letto con il tono giusto, perfino. Ma la verità è che non posso essere responsabile delle sue azioni quanto delle mie. Ci sono già passata, eppure non posso ancora dire di aver imparato un cazzo di niente. Perché la teoria non è mai la pratica.

"Grazie, Tai.
Anche se sono le cinque del mattino e mi ritrovo ad essere leggermente preoccupato per te.
Set, aereo o insonnia?"

"Divorzio."

✎ È così che ricominciano i rapporti tra Evan e Taissa a distanza di anni dall'ultima chiacchiera scambiata, di persona come attraverso uno schermo.
Ripercorreremo insieme una storia (del tutto inventata, badate bene, ma con strategici eventi reali qua e là) che vede protagonisti i veri volti della royal couple negli anni d'oro dello show American Horror Story. Un viaggio che dal lontano 2011 ci condurrà ai giorni nostri attraverso complessi legami tossici, problematiche lavorative, scelte egoiste, spigolosi episodi violenti e scomode verità.
Enjoy!