«Quella notte hai percepito qualcosa.» Lo accusa Zeno, puntando un dito contro l'amico. Il campo da Basket è vuoto a quell'ora. A febbraio fa ancora troppo freddo perché gli allenamenti all'aperto si protraggano dopo le 16:00. «Di cosa diavolo stai parlando?» Chiede Tulio, giocherellando con le pellicine della labbra senza neppure farci caso. Non è in grado di mentire, non lo è mai stato. «Dimentichi che ormai siamo legati, Tulio.» rammenta Zeno, compiendo un passo in più verso l'amico affinché i loro volti siano a pochissimi centimetri di distanza. Il respiro del più basso è tiepido e delicato sulla pelle abbronzata del ragazzo in divisa. Zeno protende il busto ancora e ancora. I riccioli afro cascano sul viso di Tulio, sfiorandone la pelle pallida che sembra assumere di colpo il colore di un pomodoro. «Riguarda la Magia...» ammette sbuffando l'altro, piegando il capo per nascondere il viso arrossato.All Rights Reserved
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