C'erano tele, cavalletti, colori, pennelli, tutto l'occorrente per riprodurre al meglio i quadri. Appesi alle pareti c'erano molti dei suoi lavori e lei ne restò affascinata. Si avvicinò per osservarli più da vicino e il ragazzo la seguì passo passo, sorridendo intenerito. Amy sembrava una bambina in un negozio di dolci. «M-ma questo è "Ninfee Rosa" di Monet! E quello "Lezione di danza" di Degas! Sei pazzesco Clarke, dico davvero» Il ragazzo sorrise, a metà tra il compiaciuto e l'imbarazzato. «Hai intenzione di chiamarmi per cognome a vita, per caso? Comunque sono sorpreso che tu conosca anche questi dipinti» La ragazza si voltò verso di lui, il sopracciglio sinistro inarcato e le braccia incrociate sotto il seno, a dimostrare la sua disapprovazione verso quelle sue parole. «Con chi credi di avere a che fare? Non sarò una studentessa d'arte, ma le cose le so anche io, sai?» Il ragazzo sapeva che stava scherzando, ma decise comunque di reggerle il gioco. «Ah, davvero? Vediamo un po' cosa sai, allora»