"Sono fiero di te, davvero" ma non è questo, non è solo questo.
"E allora che c'è?"
"Niente- davvero, niente. Sono contento, sono così contento che ci sia stato qualcuno ad avere successo, la dove io ho evidentemente fallito, non potrei esserne più felice" ma i tuoi occhi sono lucidi e non mi guardano più.
E non è forse la peggiore delle tu crudeltà, questa, amore mio?
"Simone" provo a richiamarti, a riportarti da me, a ricordarti che sono qui, sul tuo divano, col sapore del tuo caffè fra le labbra, che forse, se sono abbastanza fortunato, lo stesso che alleggia fra le tue, ed il tuo profumo, della tua pelle, della tua casa, ormai colone su ogni cosa mi rammendasse d'esistere.
"No, davvero, va bene, va benissimo, so di non essere stato abbastanza bravo o abbastanza presente, e capisco adesso che avrei dovuto provarci con più forza, ma va bene-"