«Lo dici come se mi vedessi,» sospirò Bragi mostrando una debolezza davvero inconsueta e, senza aggiungere altro lo prese per un braccio e se lo tirò addosso. Troppo piccolo tra le sue braccia, Höðr si sentì perduto. «Vedo con le mani e con la memoria,» si riscosse. Girandosi nella stretta che lo scaldava, cercò con la punta delle dita uno dei segni più vecchi, vicinissimo al cuore, poi uno sulla sua spalla, e ancora sulla gola. Infine tracciò i contorni di quello che Bragi aveva su uno zigomo. «Ogni volta che torni da me e ti lasci toccare io imparo cosa c'è di nuovo sul tuo corpo e non lo dimentico più. E non ho mai scordato com'eri quando ancora i miei occhi funzionavano.»