«Ti abbiamo osservata per molto tempo» disse il moro, quello più alto fra tutti. Non potevo muovermi, mi tenevano legata a questa poltrona, che più che una poltrona sembrava un trono, mentre tenevano i loro affamati sguardi su di me. E io mi estraniavo dalla realtà sempre di più. Ma com'era possibile? Il mio cuore era l'unico che riuscivo veramente a sentire: galoppava, correva sfrenato senza direzione, marciava senza sosta nel mio povero petto. Come avrebbe mai potuto immaginare Lux che lei, una normalissima ragazza, sarebbe finita lì, in quel covo di passaggi sotterranei con quegli sconosciuti? E che il più malvagio, il più crudele di tutti, sarebbe stata la persona con cui avrebbe dovuto passare la maggior parte del suo tempo, finendo dritta nelle grinfie del predatore?