Era gennaio quando, dopo un periodo di pausa, ho ripreso a scrivere. In realtà non era un periodo di pausa, avevo semplicemente paura di scrivere. Nei mesi precedenti ogni parola che provavo a tirare fuori mi sembrava sbagliata e senza significato, per questo non riuscivo nemmeno ad iniziare. Poi, a gennaio, per qualche strano motivo ho deciso di riprovare. Ogni giorno rileggevo quelle parole e qui mi è successa una cosa che non mi era mai capitata: ogni volta che rileggevo quelle parole sembravano prendere più senso, sempre di più, fino a che ho sentito che fossero perfette. Probabilmente i mesi di pausa sono stati utili per riflettere: quando ho pubblicato "Sono diverso, forse" ero indeciso se condividerlo o meno perché non sentivo già più quella condizione di diversità, l'avevo scritto qualche mese prima. Avevo già iniziato il percorso che mi ha portato fino a qui. Nonostante io non possa dire di aver vinto sento di non essermi ancora reso conto dei passi che ho fatto negli ultimi tempi: sono riuscito ad aprirmi come mai prima in un breve lasso di tempo. Con tutto questo però mi sono fatto anche diverse paranoie, come se non riuscissi mai a godermi i traguardi che raggiungo. Non avevo mai sperimentato il potere dell'amicizia ma quest'album è essenzialmente la scoperta di questo valore. Mi sono detto "sono diverso, forse" e per fortuna ho riposto fiducia in quel forse, mettendo in dubbio questa mia condizione, perché ora credo che proprio quel forse sia la verità: non sono poi così diverso.
Non le chiamerei poesie dal momento che le ho scritte tutte sulla musica. Ho cambiato il titolo parecchie volte proprio perché è stato un percorso e ad ogni tappa sentivo il bisogno di affrontare un tema diverso, poi ho trovato quello che riassume questa voglia di arrivare al traguardo. In fondo inseguiamo per tutta la vita quell'aquilone che ci è sfuggito dalle mani quando eravamo bambini per poterlo riafferrare.
«Avevo sempre creduto nelle favole.
Avevo sempre sperato di viverne una.
E ora... c'ero dentro.
Camminavo tra le pagine, percorrevo sentieri di carta.
Ma l'inchiostro grondava.
Ero finita nella favola sbagliata»
_ Nica (Fabbricante di lacrime)