Per Isabell Lane era strano trovarsi nuovamente davanti al portone di quel condominio, che nei suoi ricordi era un luogo di pura tristezza.
Eppure sua madre Carolyn viveva ancora lì e dopo aver terminato il college pochi mesi fa, non poteva far altro che tornare in quel palazzo dall'orrendo portone giallo ocra, il più brutto dell'intero isolato.
"Che posto di merda" deve aver pensato, mentre con i bagagli entrava all'interno dello stabile, con una morsa che le stringeva lo stomaco.
La puzza di vecchio era sempre la stessa, la gente che ci viveva era sempre la stessa, persino la lampadina, che funzionava a scatti, era sempre la stessa.
Primo piano, appartamento 3-B, guardò quella porta da cui ora non provenivano più le urla dei tre figli dei coniugi Loyer, c'era solo un silenzio quasi inquietante.
La porta di fronte, la targhetta dorata rovinata, 4-B, l'appartamento di sua madre.
Sospirò pesantemente prima di suonare.
Dopo sette lunghi anni, stava per rivedere sua madre, chissà se era cambiata, chissà se..stava bene..
Axel stava fumando la sua sigaretta, i capelli corti castani erano mossi dal vento leggero di fine estate.
Guardava il panorama davanti a sé.
Londra era una città nostalgica, ma anche affascinante.
Ci era nato e cresciuto, in uno di quei condomini della periferia della città.
Quello con quel portone giallo decisamente orrendo.
Erano anni che non ci metteva piede.
I suoi genitori vivevano ancora lì, ma con loro i rapporti erano freddi, gli unici con cui aveva un buon rapporto erano la sorella maggiore, Kelly e il fratello minore, Theo.
A venticinque anni poteva dire di essere un uomo sicuramente indipendente.
Aveva studiato economia e comunicazioni, ma aveva intrapreso un'altra strada, quella delle corse automobilistiche.
Era un pilota, ed amava esserlo.
L'adrenalina, l'eccitazione e il senso di libertà che provava quando era alla guida della sua auto da corsa erano le cose che più adorava.
Axel Loyer aveva tutto ciò che voleva.
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