Eleonora non riusciva a capacitarsi di come fosse possibile che le camicie dell'uomo che lei stava fissando senza ritegno da almeno dieci minuti semplicemente non esplodessero nel mal contenere tutta la muscolatura strabordante che si portava addosso. Erano le dieci del mattino, era arrivata in ufficio da appena un'ora e già si era distratta una dozzina di volte dalla mole di lavoro che avrebbe dovuto sbrigare entro la pausa pranzo. Il suo capo non le facilitava le cose. Tanto bello quanto odioso, Gabriele La Torre era la persona più detestabile che Eleonora avesse mai conosciuto.